Il tema del pianto dei bambini, soprattutto se molto piccoli, è al centro di molte delle richieste che mi vengono poste da genitori preoccupati, che arrivano in studio disorientati e stressati, desiderosi di capire come gestire quella che è una situazione comunissima in tutti i bambini.
Come risolvere la situazione? Come capire se piangere fa bene ai bambini o se è meglio consolarli subito?
Il pianto dei bambini
Inizio a ricordare prima di tutto che il pianto è una modalità che il bambino, che non ha gli strumenti linguistici e cognitivi adatti per comunicare in maniera diversa, usa per esprimere le sue sensazioni legate a una situazione di disagio fisico o interiore.
Il pianto, soprattutto con i bambini molto piccoli, non dovrebbe mai essere trascurato, considerando anche il fatto che piangere per lungo tempo determina il rilascio di cortisolo, un ormone che è associato all’aumento del livello di stress (si comincia fin dai primissimi anni dell’infanzia a preparare il terreno per prevenire lo stress nell’età infantile e adolescenziale).
Perché non lasciar piangere i bambini
Un altro motivo per cui non è consigliabile lasciar piangere i bambini per troppo tempo riguarda l’aspetto prettamente psicologico, senza nessun rapporto con il sistema endocrino. Ho ricordato poco fa che il pianto, in particolare nei primissimi anni di vita, costituisce un segnale che i bambini utilizzano per comunicare con i genitori o altri caregiver.
Ignorare il pianto per troppo tempo significa preparare terreno fertile a un senso di inadeguatezza negli anni a venire: come potrebbe infatti essere altrimenti se, fin dalle primissime espressioni di esigenze e fastidi, non si riceve alcuna risposta?
Crisi di pianto e capricci
La situazione ovviamente assume caratteristiche differente con gli anni che passano, quando i bambini iniziano a scoprire il mondo, con tutti i suoi stimoli e pericoli. In questi casi è bene, per evitare di trovarsi a gestire crisi di pianto incontrollabili, stabilire regole chiare fin da subito e cercare di non recedere.
Dal compimento dei 2/3 anni al periodo che precede immediatamente l’inizio della scolarizzazione è essenziale che al bambino vengano trasmessi pochi ma chiari messaggi relativi alle regole. Mettendo in primo piano questo approccio e ricordando l’importanza di buon esempio e coerenza è possibile prevenire quelle situazioni di confusione che portano spesso a crisi di pianto.
Cosa fare quando il bimbo s’impunta comunque e si lascia andare a un capriccio incontrollabile? In queste situazioni è fondamentale mantenere la calma ed evitare di trasmettere ulteriore pressione psicologica con atteggiamenti irosi o violenti, che possono influenzare il suo modo di approcciarsi alle situazioni critiche negli anni successivi.