Il Piano Didattico Personalizzato garantisce all’alunno con DSA di avere una didattica funzionale al suo modo di apprendere. Cosa fare se il PDP non viene rispettato?
Per PDP si intende il Piano Didattico Personalizzato. Si tratta di un documento che garantisce all’alunno l’opportunità di avere una didattica funzionale al suo modo di apprendere. Si ricorda che questo piano deve essere compilato dal consiglio di classe all’inizio di ogni anno scolastico entro i primi tre mesi, per gli alunni che hanno diagnosi già consegnata alla scuola.
Per le prime diagnosi di DSA consegnate durante l’anno scolastico, invece, il Piano Didattico Personalizzato dovrà essere compilato subito dopo la consegna a scuola da parte della famiglia. Esso deve essere compilato anche se la diagnosi è stata fatta da un privato e si sta attendendo la certificazione dell’ASL. È chiaro che il Piano Didattico Personalizzato deriva da una buona comunicazione tra scuola, famiglia e specialisti. I problemi sorgono, però, quando il PDP non viene rispettato. Che cosa si può fare, nel concreto?
Perché il PDP non viene rispettato?
Cerchiamo di capire, innanzitutto, i motivi per cui il PDP non viene rispettato: potrebbe verificarsi un cambio di scuola o un cambio di insegnanti. I nuovi insegnanti potrebbero non essere a conoscenza dell’esistenza del Piano, oppure essendo nuovi, potrebbero addirittura ignorare la presenza di DSA nel bambino. In verità, accade poco frequentemente nella scuola primaria, mentre è più facile che avvenga alle medie o alle superiori. Altro caso riguarda il fatto che, nonostante la firma del PDP, esso non viene proprio preso in considerazione. Come dobbiamo comportarci in queste situazioni?
Cosa fare?
Nel primo caso, non occorre aspettare il primo Consiglio di classe, ma dobbiamo subito trasmettere agli insegnanti nuovi la certificazione diagnostica. Questa può essere accompagnata dal PDP. Nell’altro caso, è meglio ricontrollare attentamente il PDP. Sono citati davvero gli strumenti compensativi e la misura dispensativa? Sono menzionate le situazioni in cui poterle usare? Se sì, si può chiedere un incontro per discutere del PDP. Se queste cose, invece, non sono espressamente scritte nel PDP, l’insegnante avrà ragione!
Si suggerisce sempre di leggere molto bene il Piano Didattico Personalizzato prima di firmarlo. Se qualcosa non è chiaro, si può portare a casa e leggerlo assieme al professionista che segue il bambino. Eventualmente, si può anche chiedere di modificarlo. Esso deve, inoltre, essere personalizzato. Deve rispecchiare in pieno le difficoltà e le potenzialità di vostro figlio. Ne deriva che non dobbiamo accettare piani didattici che possono andare bene per tutti, deve essere fatto su misura. Una volta firmato, dovremo avere anche la nostra copia, da custodire per bene a casa.
Se il PDP non viene rispettato si può segnalare in modo diretto all’insegnante la svista, richiamando proprio il documento e, se non vi sono risultati, si può cercare di parlare con il coordinatore di classe o il referente DSA (se presente). Ulteriore passaggio, se ancora non siamo arrivati a risultati soddisfacenti, può essere quello di parlare con il Dirigente Scolastico. In tal caso, si può presentare una richiesta informale seguita da una formale, scritta e protocollata.
In genere, ciò può bastare per vedere rispettati i propri diritti, ma qualora non bastasse ci si può rivolgere all’Ufficio Scolastico Provinciale e/o Regionale, chiedendo anche aiuto alla sezione locale dell’AID. Infine, tenendo conto però dell’aspetto economico non indifferente, si può adire per vie legali in ultima istanza. Per farlo, è necessario però avere tutta la documentazione utile. Se pensiamo che sia la soluzione giusta, possiamo infine pensare di cambiare addirittura scuola, considerando però anche quelle che potrebbero essere le effettive difficoltà del bambino in un istituto nuovo.