Il burnout è un processo patologico, legato allo stress, che porta la persona che ne è affetta a fare esperienza di una situazione di totale deterioramento psicologico rispetto al proprio lavoro e agli impegni ad esso legati.
Secondo una ricerca condotta dal Comune di Milano, la categoria di lavoratori più colpiti da questa patologia sono gli insegnanti.
Per approfondire: Burnout, quando dare il massimo ti porta al minimo
Fattori scatenanti
Tra i fattori di carattere personale che possono far sorgere situazioni di stress negli insegnanti possiamo annoverare:
• eccessiva dedizione al sacrificio,
• bisogno di affermazione attraverso il lavoro
• problematiche familiari o relazionali
• scarsa tolleranza dello stress.
Esistono, inoltre, anche molte cause di tipo organizzativo dovuto all’organizzazione del sistema scuola:
• classi sempre più numerose
• mancanza di attrezzature adeguate
• eccessiva burocrazia
• mancanza di percorsi di aggiornamento performanti
• scarsa possibilità di carriera
• retribuzione insoddisfacente
• precarietà e mobilità.
A ciò va aggiunto anche la difficoltà di instaurare una relazione costruttiva con i genitori degli studenti, sempre più sprezzanti nei confronti degli insegnanti.
Insegnanti sotto stress: cosa fare
I pensieri che frullano per la testa di una vittima di burnout ruotano tutti attorno a una percezione di abbandono e inutilità. Ecco, allora, che gli insegnanti si sentono abbandonati da una scuola che non riconosce i loro sforzi e li fa sentire inutili.
Tali atteggiamenti mentali generano aggressività, frustrazione, disperazione… Quindi, il primo intervento per superare il burnout degli insegnanti e modificare questo modo di pensare, per limitare le emozioni negative e coltivare dentro di sé serenità e produttività. Che si rifletteranno automaticamente sul lavoro.
A tale scopo risulta molto utile una terapia di tipo cognitivo comportamentale.
Altrettanto importante, sempre in ottica cognitivo comportamentale è imparare a considerare gli insuccessi lavorativi come episodi passeggeri e costruttivi; cercare di instaurare relazioni positive a lavoro; e cercare all’esterno del contesto lavorativo fonti di gratificazione a cui appoggiarsi.
Compiti della scuola
Non dimentichiamo, ad ogni modo, che anche all’istituzione scolastica spetta il compito di prevenire l’insorgere del burnout negli insengnati. È l’Accordo Europeo sullo stress da lavoro correlato a dichiararlo (art.6 del 2004):
1. La prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavoro-correlato può comportare l’adozione di varie misure. Queste misure possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi. Possono essere introdotte sotto forma di specifiche misure mirate a fattori di stress individuati o quale parte di una politica integrata sullo stress che includa misure sia preventive che di risposta.
2. Laddove nel luogo di lavoro non siano presenti professionalità adeguate, possono essere chiamati esperti esterni, secondo la legislazione europea e nazionale, gli accordi collettivi e la prassi.
3. Una volta adottate, le misure anti-stress dovrebbero essere regolarmente riviste per valutare se sono efficaci, se consentono un uso ottimale delle risorse e se sono ancora idonee o necessarie.
4. Tali misure potrebbero includere, per esempio: misure di gestione e comunicazione, chiarendo, ad esempio, gli obiettivi aziendali ed il ruolo di ciascun lavoratore ovvero assicurando un adeguato sostegno da parte della dirigenza ai singoli lavoratori ed ai gruppi o conciliando responsabilità e potere di controllo sul lavoro o, infine, migliorando la gestione dell’organizzazione e dei processi di lavoro, le condizioni lavorative e l’ambiente di lavoro, la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per accrescere la loro consapevolezza e conoscenza dello stress, delle sue possibili cause e di come affrontarlo e/o adattarsi al cambiamento, l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, secondo la legislazione europea e nazionale, gli accordi collettivi e la prassi.