Gioco simbolico: come aiutare i bambini a sviluppare le loro abilità socio-affettive e relazionali giocando

Si dice che il gioco sia una cosa seria, e la frase non è per nulla banale: proprio il gioco svolge un ruolo chiave nello sviluppo dei bambini dal punto di vista cognitivo, affettivo e sociale.

Nella primissima infanzia, fino circa al primo anno di vita, il bambino mette in atto un tipo di gioco legato alle proprie esperienze sensoriali e motorie: toccare con le mani, portare alla bocca, far cadere o far rotolare qualcosa, fare rumore. Si parla appunto di gioco sensomotorio.

Durante il secondo anno di vita, invece, il gioco diventa più complesso: il bambino inizia ad usare la finzione, utilizzando gli oggetti in maniera molto creativa, ad esempio attribuendogli caratteristiche e funzioni diverse da quelle reali; una matita diventa un microfono, un piatto diventa un volante. Si tratta del cosiddetto gioco simbolico (o di rappresentazione), che appunto consiste nel mettere in atto azioni e situazioni simboliche. Il bambino quindi “fa finta di”: oggetti, azioni, situazioni presenti vengono utilizzati come simboli per rappresentare qualcosa che non è presente ma che si può immaginare.

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I livelli del gioco simbolico

Il gioco simbolico subisce un’evoluzione di pari passo con la crescita del bambino. Ci saranno perciò diverse fasi, caratterizzate da un tipo di gioco via via leggermente più complesso. Vediamo quali sono questi livelli:

  • gioco di passaggio: primi approcci al “far finta”, ad esempio portando il telefono all’orecchio senza parlare.
  • gioco simbolico diretto a sé: il bambino fa finta di fare qualcosa, ad esempio di mangiare.
  • gioco simbolico diretto ad altri: il gioco è rivolto ad altri oggetti, ad esempio il bambino imbocca la bambola facendo finta che mangi.
  • sequenza di giochi simbolici: il bambino mette in atto una serie di finzioni, ad esempio finge di comporre un numero di telefono e successivamente di effettuare una chiamata.
  • simbolizzazione sostitutiva: il bambino utilizza un oggetto per rappresentarne un altro; ad esempio utilizza un bastoncino come fosse una forchetta per fingere di mangiare.

L’importanza del ruolo dell’adulto nel gioco simbolico

Il gioco simbolico non si riduce ad essere una semplice riproduzione solitaria di gesti che il bambino vede e conosce, ma è una vera e propria attività formativa. Di fondamentale importanza per lo sviluppo cognitivo del bambino, in questa attività, è l’interazione tra bambino e genitori: affiancarlo ed assecondarlo in questo tipo di gioco è importante per aiutarlo ad esercitare la propria immaginazione e a rendere la sua mente più elastica e flessibile. Solo grazie a queste relazioni con gli adulti il bambino riesce a costruire una solida base su cui sarà poi in grado di acquisire sempre più competenze. Tanto più il bambino avrà modo di sperimentare il gioco simbolico, tanto più si svilupperanno le sue abilità cognitive, socio-affettive e relazionali.

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Alcune proposte per genitori ed educatori

Ecco alcuni spunti ed idee per stimolare il gioco simbolico dei bambini:

  • la casa: riprodurre alcune parti della casa, come la cucina, completa di tutti gli accessori come pentole coperchi strofinacci, oppure la sala da pranzo con tavoli e sedie dove mangiare, o ancora la camera da letto; disporre un angolo delle pulizie, con giochi come la scopa, la lavatrice, il ferro da stiro, lo stendino;
  • le bambole: predisporre l’occorrente per l’accudimento delle bambole come fossero neonati, per dar modo di far finta di dare da mangiare, cambiare il pannolino, far addormentare, cullare, rimproverare.
  • il mercato: giocare a vendere o comprare cibo al mercato, predisponendo banchi di frutta e verdura, bilance, casse, carrello.
  • il dottore: il bambino può travestirsi con il camice, utilizzare lo stetoscopio, la valigetta delle medicine e siringhe giocattolo.
  • l’artigiano: ad esempio far finta di essere un falegname o un costruttore, con martelli cacciaviti chiavi inglesi, viti e bulloni.
  • i travestimenti: far indossare abiti e accessori per fingere di essere adulti oppure personaggi specifici; molto utili gli specchi per consentire al bambino di scoprire la sua immagine e il suo corpo, e per facilitargli il compito di vestirsi in autonomia.

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