Con sempre più frequenza stiamo assistendo ad un fenomeno particolare, che fino a qualche anno fa poteva essere impensabile. Stiamo parlando dei genitori che stanno sempre al cellulare. Se fino a qualche anno fa, era l’adolescente a stare continuamente attaccato al telefono (con le lamentele da parte dei genitori) oggi si avverte un fenomeno del tutto differente. Sono tantissimi i genitori che, per lavoro o per svago, sono sempre attaccati al telefono. E i figli soffrono.
Un po’ di numeri per capire l’importanza del fenomeno
Sono stati condotti in merito numerosi studi, che hanno messo in evidenza il fatto che i genitori usano la tecnologia in media per nove ore al giorno. Un terzo di queste nove ore, cioè tre, viene usato spesso durante la cena, durante il gioco dei bambini e a letto, prima che il bambino si addormenti.
Risulta essere fin troppo evidente come sia difficile poter comunicare con queste persone. L’interruzione quotidiana della conversazione con i figli e di altre attività è già stata definita con un apposito termine: tecnoferenza.
Genitori sempre al cellulare: cosa provano gli adolescenti?
Vedere i genitori sempre sempre al cellulare, non può far certo pensar bene un adolescente. L’adolescenza è, infatti, quella fase di transizione tra infanzia ed età adulta in cui si ha più bisogno del confronto con gli adulti. Se questi adulti, però, scelgono di passare il loro tempo libero al cellulare, anziché dialogare con i figli, si possono verificare problematiche non indifferenti. Un figlio che ha genitori che stanno sempre al cellulare si sentirà senza dubbio trascurato e, ovviamente, meno importante di un telefonino. Per non parlare del cattivo esempio che viene loro mostrato. Se si vedono sempre i genitori al telefono, sarà normale che gli adolescenti inizino a chiedere fin da piccoli di avere un proprio telefonino. Quando ce lo avranno, anche loro non si staccheranno mai da esso, poiché siamo stati noi a dare loro il cattivo esempio. Vogliamo davvero tutto questo per i nostri figli?
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Recuperare il dialogo in famiglia
Oltre a sentirsi trascurati, si rischia che lo stato emotivo ansioso del ragazzo cresca sempre di più. Il bambino risulterà, quindi, sempre più invisibile agli occhi del genitore. Spezzare questo meccanismo non è facile, ma non è nemmeno impossibile. Per poterlo fare è bene che il genitore entri nell’ottica di trovare spazi e modi di interazione tradizionali con l’adolescente. Le scuole, ad esempio, spesso promuovono spazi e strumenti di confronto molto importanti, con tanto di organizzazione educativa e sociale che coinvolge l’intera famiglia. L’ideale, per arginare sempre di più il problema, è che i genitori ed i figli trascorrano il tempo libero fuori casa, ovviamente liberi da telefoni e similari.
La tecnologia non è un male assoluto
Fermo restando che un genitore che sta troppo al cellulare dà un pessimo esempio all’adolescente, non dobbiamo certo demonizzare il telefonino e gli altri strumenti tecnologici. Sappiamo benissimo come possano, infatti, essere utili per lavoro, ma anche per svago, grazie ai giochi e alle numerose app che ormai contengono. Cerchiamo, quindi, di non condannare gli strumenti tecnologici che, se ben usati, possono apportare davvero del bene alla nostra vita.
Il troppo, però, stroppia sempre. Cerchiamo di chiederci se effettivamente stiamo troppo davanti ad un cellulare, invece di considerare i problemi di nostro figlio. Se la risposta è sì, staccarsi un po’ dal telefonino non può che far bene.