La socializzazione inizia fin da bambini. I piccolini, infatti, recandosi al nido oppure alla scuola materna, iniziano ad interagire con altre persone (coetanei ed insegnanti). Inizia, così, un nuovo tipo di socializzazione differente rispetto a quella che avviene in casa, con i genitori, fratelli e parenti.
Crescendo, le esigenze cambiano sempre di più. La scuola materna e la scuola primaria sono vere e proprie “palestre” per allenare la socializzazione. Si tratta di un percorso innato ma che, ovviamente, va bene allenato per esercitarlo nel migliore dei modi.
Perché gli altri bambini escludono mio figlio?
Anche da piccolissimi esistono piccoli atti che potremmo definire, attraverso un’interpretazione estensiva, di “bullismo”. Si tratta, ad esempio, di quando i bambini escludono altri bambini dai giochi. È un qualcosa di davvero molto frequente tra i piccoli che, però, spesso non è fonte di preoccupazione, malgrado alcune mamme e figli prendano davvero sul serio la situazione. Può accadere che, a fronte di un litigio, un bambino venga escluso dal “gruppo”.
Essere esclusi da un gruppo fa male a qualsiasi età. Ciò avviene da grandi, ma anche da piccoli. Cerchiamo di capire cosa può provocare l’esclusione.
Oltre a litigi vari, c’è da chiedersi come si comporta il bambino escluso. Nel caso in cui, ad esempio, voglia sempre e solo decidere lui i giochi e le regole, può essere che tale azione sia il riflesso di una reazione normale. Esistono bambini esclusi poiché violenti, ad esempio, o perché fin da piccoli hanno già sviluppato il senso del comando.
Diverso è il caso in cui un bambino venga, invece, escluso per motivazioni ben differenti. È il caso dei bambini con ritardi mentali o con problemi fisici o psicologici. Purtroppo, in questo caso, spesso avviene che il resto del “branco” non voglia interagire con una persona diversa.
Cosa fare e cosa non fare in questi casi
I bambini, specialmente se non sono più piccolissimi, spesso sanno cavarsela molto meglio da soli rispetto a ciò che possiamo credere. Qualora, però, ci si renda conto che la situazione sta diventando critica, può essere opportuno l’intervento dei genitori.
Sarà opportuno ascoltare bene i bisogni del piccolo in questione e le sue ragioni. Insieme, poi, sarà più semplice trovare una soluzione. Specialmente se non è davvero molto piccolo, è utile che la via d’uscita la trovi da sola. Magari, possiamo aiutare a farlo ragionare, elaborando con lui una possibile strategia. È necessario, inoltre, cercare di non drammatizzare troppo: spesso, infatti, i piccoli tendono ad esagerare e a fare di tutto un dramma.
Ci sono, inoltre, dei comportamenti da evitare, qualora ci dovessimo accorgere che gli altri bambini escludono nostro figlio o nostra figlia. Andare a parlare con gli altri bambini, ad esempio, può non essere un buon metodo. Si va, in tal modo, a sostituirsi al figlio. Il piccolo potrebbe essere anche deriso ulteriormente per questo gesto e potrebbe addirittura sentirsi molto più insicuro. Altro comportamento da evitare è prendere troppo sul serio la questione o, al contrario, non prenderla per niente sul serio. Ci sono, purtroppo, genitori che non capiscono bene i bisogni del bambino e che, ad esempio, deridono il figlio considerando tutto ciò come un problema da niente. Si tratta di un atteggiamento da evitare con cura.
Socializzare da bambini per socializzare da adulti
Imparare a socializzare da bambini è il primo passo per riuscire a farlo anche da adulti. Attraverso il gioco, infatti, si stimola la condivisione delle cose con gli altri. Questo è il primo passo per poter diventare uomini e donne migliori in un domani non troppo lontano.
La scuola, l’università, il lavoro e le relazioni amorose e di amicizia implicano, infatti, l’aver già imparato a socializzare almeno con i genitori e i compagni di giochi. Una persona che sa socializzare è una persona che sa comunicare e, quindi, capace di ascoltare i bisogni delle persone e di esplicare agli altri i propri.