I bambini di oggi saranno gli adulti di domani e spetta a noi adulti fornire loro tutti gli strumenti necessari per inserirsi e integrarsi nella società. Educare i bambini alle emozioni è il primo investimento da fare per il loro futuro.
È molto importante che i bambini imparino a comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri. Questo è uno dei punti su cui insisto maggiormente quando alcuni genitori vengono nel mio studio per cercare un aiuto con i propri figli. Educare i bambini alle emozioni è davvero importante.
La famiglia è il primo posto in cui i bambini iniziano a prendere confidenza con le emozioni. È qui che imparano a percepire sé stessi come individui e a riconoscere e prevedere le reazioni degli altri a determinati sentimenti. Perché lo sviluppo emotivo non si realizza esclusivamente attraverso le parole e le azioni che rivolgiamo ai bambini, ma attraverso il modello che noi adulti forniamo loro in maniera indiretta.
Pian piano le emozioni fondamentali diventano sempre più complesse, e questo determina la comparsa, nel repertorio emotivo dei bambini in età prescolare, di emozioni sociali e autocoscienti: empatia, orgoglio, senso di colpa, vergogna, imbarazzo, invidia, disprezzo…
Per approfondire: Garantire il successo formativo ed emotivo dei ragazzi
La regolazione delle emozioni
La regolazione delle emozioni rappresenta un fattore importante della competenza emotiva dei bambini. Le emozioni, siano esse positive o negative, possono generare in loro delle tensioni, poiché potrebbero non essere in grado di regolarle. Qualora ciò dovesse verificarsi, è necessario ricorrere a strategie di fronteggiamento, al fine di aiutare il bambino a regolare la propria vita emotiva.
• I bambini dai tredici ai ventiquattro mesi per la regolazione delle emozioni, hanno spesso bisogno del sostegno degli adulti e, con il passare del tempo, diverranno sempre più abili a usare strategie di controllo su misura e in modo autonomo.
• Tra il secondo e il quarto anno di vita, invece, i bambini possono affidarsi a strategie di fronteggiamento cognitivo e spostare volontariamente la propria attenzione altrove e che col tempo giungeranno ad usare da soli – è indispensabile, però, l’aiuto dei genitori.
• La funzione del fronteggiamento emotivo, invece, è di modificare il comportamento espressivo, per cambiare sia l’espressione sia l’esperienza dell’emozione.
• Il fronteggiamento espressivo permette al bambino di continuare a manifestare l’emozione a seconda degli scopi ed è determinata soprattutto dal contesto in cui si svolge l’esperienza emotiva.
• Nel fronteggiamento comportamentale l’emozione provata determina le scelte dei bambini. Per esempio fronteggeranno la rabbia in maniera diversa a come farebbero con la paura.
In ogni caso, a prescindere dalle varie strategie di fronteggiamento, per riuscire a regolare emozioni come tristezza, rabbia e paura, il bambino ha bisogno necessariamente dell’aiuto degli adulti, che devono indicargli come reprimere, accentuare o modulare le azioni istintive caratteristiche di quei sentimenti.
L’Empatia
L’empatia è un’emozione puramente sociale che permette di provare le emozioni di un’altra persona, di motivare le azioni, di prendersi cura e di interessarsi degli altri.
Il termine ‘empatia’ deriva dal greco ‘en’, cioè ‘dentro‘, e ‘pathos’, ovvero ‘sofferenza o sentimento‘. Si tratta quindi della capacità di immedesimarsi nello stato d’animo degli altri, di comprendere ciò che l’altra persona sta vivendo emotivamente.
Per approfondire: Camminare nelle scarpe degli altri con l’empatia
Salvo in presenza di alcune patologie, l’empatia è presente in noi sin dalla nascita. Diversi fatti di cronaca sottolineano però che spesso l’empatia è assente o posta in secondo piano. E gli episodi di bullismo ne sono un chiaro esempio.
Gli uomini di domani
Non dimentichiamoci mai che i bambini di oggi saranno gli adulti di domani e spetta a noi fornirgli tutti gli elementi indispensabili per inserirsi e integrarsi nella società. Educare i bambini alle emozioni è il primo investimento da fare per il loro futuro.