Non tutti sanno che i bambini dislessici possono avere tanti punti di forza che mettono in secondo piano la loro naturale scarsa predisposizione per la lettura.
I bambini dislessici, infatti, hanno un’intelligenza davvero molto sviluppata e spiccate capacità di problem solving. Sono in grado di memorizzare le immagini molto più facilmente rispetto a tutti gli altri bambini e riescono a fare collegamenti concettuali non convenzionali.
I bambini dislessici, inoltre, sono molto più creativi e riescono a produrre nuove idee con prontezza ed inventiva.
In più, presentano spesso un approccio inusuale e diverso alle materie scolastiche, oltre ad una propensione alla selezione di argomenti in una discussione.
Infine, risultano molto abili nella soluzione di problemi che richiedono di immaginare possibili soluzioni.
Come valorizzare i punti forti di un bambino dislessico
Poiché i bambini dislessici, come abbiamo visto, sono anche molto intelligenti, si accorgono senza dubbio delle loro difficoltà. Sminuirle o negarle serve, quindi, a ben poco.
È utile, invece, parlarne apertamente, rassicurandoli e spiegando loro che diversità non vuol dire certo inferiorità. Le capacità innate devono essere inoltre valorizzate. Chiedere il loro parere, informarsi sulle loro sensazioni, li farà senza dubbio sentire meglio anche a livello della propria autostima.
Anche attraverso il gioco, si può valorizzare i punti di forza dei bambini dislessici, ad esempio con i giochi di carte, Shangai, giochi di parole, associare immagini alle parole…
Le diversità di ognuno vanno coltivate e valorizzate
Si deve, quindi, andare a lavorare e a fare perno sulle capacità dei bambini dislessici, e non sulle loro difficoltà. In questo non soltanto la scuola, ma anche i genitori devono essere bravi. Il ruolo degli educatori dovrà essere quello di spronare i bambini, valorizzando le cose in cui sono più abili e alleggerendo, invece, ciò che sanno fare meno.
Fare perno sui pregi e meno sui difetti: è questo che, in sostanza, maestri e genitori dovrebbero fare con i bambini dislessici. Soltanto in questo modo si potrà considerare la dislessia come un vantaggio, invece che un deficit.