Disprassia orale: quando i bambini non possono pensare con la loro faccia

Avete presente quando andate dal dentista e vi fanno quella piccola punturina di anestesia che, quando avete finito la seduta, non riuscite bene a padroneggiare i movimenti delle labbra, delle guance e della bocca in generale? Ecco, ci sono dei bambini (6 su 100, per l’esattezza) che questa sensazione la provano tutti i giorni. Sono i bambini affetti da disprassia orale.

La disprassia orale

Come abbiamo già detto qualche post fa, la disprassia è un disturbo di natura psicomotoria che, nel caso della sua forma orale, causa una scarsa padronanza della mimica facciale.

Questo implica che il bambino che ne soffre, ma avrà difficoltà a compiere quei piccoli gesti quotidiani tipici dei bambini, come per esempio soffiare le candeline o sputare.

La disprassia orale non ha nulla a che fare con la sfera cognitiva, ma è esclusivamente imputabile al cattivo funzionamento di alcuni neuroni. Per cui il bambino che soffre di disprassia orale non sarà necessariamente un bambino con una qualche forma di ritardo mentale, ma semplicemente un bambino con un problema motorio.

Come riconoscerla

Per scoprire se il nostro bambino soffre di disprassia orale è molto importante tenere d’occhio la mimica facciale, che potrebbe essere ridotta rispetto al resto degli altri bambini.

Grande importanza ha, sempre e comunque, la prevenzione, consentendo al piccolo di vivere al 100% quella straordinaria fase di esplorazione che è l’esplorazione orale: attraverso questa fase, il bambino impara a conoscere il mondo grazie ad atti come il morso e la suzione, che pongono le basi per la formazione di abilità più strutturate come appunto quelle dell’espressione orale. Quindi, non abbiate timore: lasciate che il vostro bambino morda e succhi (quasi) tutto ciò che gli capita sotto mano!

Come aiutare un bambino con disprassia orale

Oltre che con l’intervento di un terapeuta, i bambini con disprassia orale possono trovare giovamento nell’esecuzione quotidiana di piccoli esercizi, ovviamente proposto sotto forma di gioco.

Uno di questi, per esempio, potrebbe essere quello di insegnare al bambino a sputare giocando a chi sputa l’acqua più lontano durante il bagnetto; oppure sfidarlo bonariamente a sputare l’acqua dopo essersi lavato i denti (in questo caso specifico, magari, prevedete anche un piccolo premio per incentivarlo).

Un altro esercizio simpatico e divertente potrebbe essere quello di soffiare su una girandola e vedere chi la fa girare più velocemente; oppure su un soffione, se è estate e siete all’aria aperta, per vedere come si dissolve al vento.

Potete sbizzarrirvi come meglio potete, l’importante è praticarli quotidianamente e nel modo più naturale e spontaneo possibile per il bambino: quale miglior modo se non giocando?

Leave A Comment

No products in the cart.