Difficoltà di studio

Non è insolito che, fin dai primi anni di scuola primaria, alcuni bambini abbiano difficoltà nello studio.
Per poter comprendere meglio questo tipo di problema, bisogna capire quali sono i processi implicati in questa attività scolastica. Lo studio necessita, infatti, di funzioni come l’attenzione, la memoria, la capacità di lettura, la comprensione e l’utilizzo di strategie. La buona riuscita nelle materie di studio dipende dalle diverse abilità cognitive, anche se non vanno trascurate la motivazione ele emozioni. È importante sottolineare come le abilità di studio possano essere apprese e modificarsi nel tempo.

Studiare un testo significa leggerlo attentamente ed in modo selettivo con lo scopo di
comprenderlo, ricavarne informazioni e memorizzarle per eseguire una prova (come
un’interrogazione o un compito scritto).
Per poter raggiungere un risultato soddisfacente è importante che il bambino sia in grado di scegliere obiettivi, strategie e tempi di esecuzione.
Le fasi dello studio sono:

  1. Lettura iniziale, in cui si definiscono gli obiettivi
  2. Comprensione ed elaborazione del testo
  3. Memorizzazione e ripetizione

Ogni fase sopra descritta necessita di abilità strategiche semplici (es. ripetizione frase
per frase), complesse (es. la creazione di appunti) o di un’organizzazione a livelli (una
sequenza di strategie). L’unione di queste tecniche permette al bambino di costruirsi un metodo di studio personalizzato ed efficace.

Come si manifesta?

Lo studio è un’attività complessa, ma possiamo raggruppare le difficoltà che si incontrano più comunemente:

  • difficoltà di studio legate a disturbi specifici nella lettura, che compromettono le successive fasi di apprendimento;
  • mancanza di un metodo, che si verifica spesso con l’approccio alle “materie di studio”, e quindi legata all’inesperienza; difficoltà a pianificare ed organizzare il lavoro personale;
  • difficoltà legate ad errate convinzioni, che sfociano in cattive abitudini, come ad esempio pensare che per studiare sia sufficiente leggere una volta o pensare che si possa studiare con la TV accesa;incapacità diautovalutare la propria prestazione;
  • difficoltà scolastiche associate a demotivazione verso lo studio in generale o verso alcune discipline (es. la matematica) e attività specifiche (es. analisi grammaticale). Questi studenti non puntano molto sulla scuola, sono convinti che gli scarsi risultati scolastici dipendano da variabili come la fortuna, la difficoltà della materia, le richieste dei professori, la scarsa abilità ed intelligenza. Per alcuni la scuola e lo studio suscitano malessere generale o serie situazioni di ansia che non sanno fronteggiare.

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