I bambini affetti da autismo possono registrare dei miglioramenti anche dopo i cinque anni di età e gli effetti possono manifestarsi a lungo termine. Questo è quanto affermato dall’istituto di Ortofonologia di Roma, lo IdO, nell’ultima pubblicazione curata da Magda di Rienzo, la responsabile del servizio terapeutico. La pubblicazione è apparsa sulla rivista scientifica statunitense ‘Psychological Reports’ con il titolo Assesment of a long-term developmental relationshp-based approach in children with autism spectrum disorder.
La dottoressa Di Rienzo ha spiegato che nel trattamento dell’autismo mantenere i risultati conseguiti con il tempo è una vera e propria sfida, in quanto la maggior parte delle terapie applicate mostra una risposta a breve termine. L’equipe della dottoressa ha invece dimostrato, attraverso R-test e test canonici eseguiti su un campione di 90 bambini, la presenza di un miglioramento continuo e di risultati visibili anche dopo 2-4 anni di trattamento.
I bambini possono migliorare sempre
La ricerca ha suddiviso i bambini in due gruppi in base all’età che avevano all’inizio della terapia, vale a dire prima dei 5 anni e dopo i 5 anni. Nel R-Test eseguito, i piccoli sono tutti migliorati rispetto al R-Test che era stato eseguito 5 anni prima: ciò dimostra che le terapie possono dare beneficio anche a lungo termine.
La dottoressa ha spiegato il fenomeno senza legarlo all’età dei bambini, illustrando che il Progetto Tartaruga promosso dalla sua equipe si basa sull’insieme dell’individuo, proponendosi nei primi due anni di abbassare le difese per rimettere in moto la pura integrazione del bambino una volta trascorso questo periodo di tempo. Si tratta di un approccio diverso, che prevede un indice di miglioramento piatto per i primi due anni, che però sale con il passare del tempo, un fattore che mai si era registrato fino ad ora nella cura dell’autismo infantile.
L’utilizzo dell’ADOS e della Leiter-R
Ecco spiegato perché i bambini che entrano in terapia quando hanno 5 anni iniziano a notare dei miglioramenti a partire dai 7-8 anni di età, e i risultati vengono valutati non in senso globale, ma nelle singole attività. Come metodo di valutazione l’equipe impiega l’ADOS, ovvero l’Autism Diagnostic Observation Schedule, un protocollo che permette di diagnosticare l’effettiva gravità dei sintomi e la Leiter-R, una metodologia che si impegna ad indicare la valutazione cognitiva non verbale. Ripetere il test nel tempo aiuta quindi a definire il livello raggiunto dai bambini autistici e a comprendere quali sono stati i miglioramenti nelle diverse fasi della crescita legati allo sviluppo cognitivo, comunicativo, relazionale ed emotivo dei piccoli.