L’elenco dei disturbi dell’alimentazione è vastissimo tanto che il dibattito scientifico non ha ancora raggiunto un accordo per poter redigere una lista di disturbi catalogati per tipologie cause ed effetti. Ci sono squilibri che spesso sono difficili da classificare,condotte che sembrano corrette si rivelano patologiche o meglio ci si trasformano, per esempio nutrirsi in modo troppo corretto (ortoressia), può a lungo andare sviluppare un disturbo, e diventare una malattia.
Disturbi alimentari: chi sono i più colpiti?
Analizzando i dati di numerose ricerche internazionali, possiamo affermare che i soggetti più colpiti dai disturbi alimentari sono gli adolescenti e i giovani adulti che vivono nei Paesi occidentali. I dati provenienti dalle ricerche dimostrano che nelle società occidentali, le donne, gli uomini e persino i bambini ricercano un’immagine del corpo ideale. In tali società vari fattori socioculturali contribuiscono ad enfatizzare il valore attribuito alla magrezza (soprattutto delle donne). L’incidenza dei disturbi alimentari negli adolescenti occidentali è di un caso su 200, se il campione è composto solo dalla popolazione femminile si arriva al 7% L’età media di insorgenza dell’anoressia nervosa, per esempio, è 16 anni, con dati che indicano una distribuzione con due picchi a 14 e 19 anni.
Le possibili cause dei disturbi del comportamento alimentare (DCA)
I disturbi del comportamento alimentare(DCA) sono difficili da classificare, e presentano ancora più difficoltà nel dover ricercarne le cause. I DCA si manifestano più di frequente nella fase adolescenziale a causa della inaspettata e incontrollata esplosione di cambiamenti fisici, sociali, psicologici e sessuali.
Le cause possono essere attribuite a momenti in cui l’adolescente si ritrova a confrontarsi con separazioni, perdite, cambiamenti traumatici dell’assetto familiare, esami, pressioni da parte del gruppo dei pari, malattie fisiche. Questi scenari, caratterizzati da sensazioni di vulnerabilità, solitudine e difficoltà di relazione, sono situazioni che non sempre i ragazzi riescono a sopportare e a superare in modo corretto. Il fattore importante è, a nostro avviso, quello legato all’impossibilità di comunicare tale disagio ed è per questo che l’autodistruzione spesso esprime la necessità di lanciare un messaggio.
Cosa fare per uscirne
I soggetti con questi disturbi arrivano ad un tale grado di disagio che, spesso, necessitano di un accompagnamento medico-specialistico in quanto si rende necessaria l’ospedalizzazione per il ripristino degli equilibri elettrolitici ed il recupero delle funzioni vitali. Tutto ciò premesso, possiamo senza dubbio affermare che il trattamento elettivo dei DCA è soprattutto la psicoterapia.
L’obiettivo della terapia, quando si lavora con adolescenti che manifestano un disturbo dell’alimentazione, è quello di trovare le ragioni nascoste dietro al sintomo. Ci si trova a dover intervenire in un contesto di contraddizione fra il rifiuto del corpo da un lato e la concentrazione ossessiva su di esso dall’altro. È necessaria in questi casi una forte competenza specialistica e se la forma è avanzata, bisogna lavorare con un equipe che comprenda le figure di medico, psichiatra, nutrizionista, endocrinologo. Fra queste figure professionali, lo psicoterapeuta assume un ruolo particolarmente delicato in quanto chiamato a identificare le cause remote dei sintomi. Bisogna tenere presente che la guarigione, anzi il cambiamento che porta alla guarigione, avviene infatti soprattutto tramite la modificazione del mondo psicologico dell’adolescente.
In ogni caso per risolvere i disturbi del comportamento alimentare bisogna rivolgersi ad uno psicologo e psicoterapeuta!