Disturbi del linguaggio

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Il Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) è un disturbo evolutivo detto “specifico” in quanto non è collegato o causato da altri disturbi evolutivi del bambino, come ad esempio ritardo mentale o perdita dell’udito.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questo disturbo come “una condizione in cui l’acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello sviluppo”. È spesso associato a “difficoltà nella lettura e nella scrittura, anomalie nelle relazioni interpersonali e disturbi emotivi e comportamentali”.

Si possono distinguere 3 tipologie di disturbo:

  • dell’articolazione (difficoltà nell’uso dei suoni verbali)
  • dell’espressione (la capacità del bambino di esprimersi tramite linguaggio verbale è marcatamente al di sotto della normalità per la sua età)
  • della comprensione (deficit più o meno grave della comprensione, spesso associato a difficoltà dell’articolazione e dell’espressione)

Circa il 7% dei bambini in età prescolare mostra importanti limitazioni nella capacità
linguistica, e più del 5% dei bambini in età scolare presenta un Disturbo Specifico del
Linguaggio; tale deficit è più frequente nei maschi che nelle femmine.
Data l’importanza del linguaggio nella vita di una persona, è stato ampiamente dimostrato ed è facilmente comprensibile come un disturbo di questo tipo possa mettere seriamente a rischio lo sviluppo cognitivo e psicoaffettivo del bambino, che, non riuscendo a farsi comprendere, spesso si rifiuta di parlare o riduce al minimo la comunicazione.
I dati rilevano l’importanza di un intervento precoce: prima viene diagnosticato il problema, prima si può intervenire con la giusta riabilitazione, grazie alla quale il bambino può colmare e superare il disturbo, migliorando la propria comprensibilità ed in generale la capacità comunicativa.

Come si manifesta?

Le caratteristiche di questi disturbi variano molto da bambino a bambino.
In generale si possono distinguere disturbi specifici che investono le seguenti aree:

  • fonologica: il bambino ha difficoltà a pronunciare alcune parole, ma senza problemi di comprensione; nei casi più gravi, il linguaggio può essere del tutto incomprensibile;
  • semantica: il bambino ha difficoltà specifiche nella comprensione e/o nella determinazione del significato delle parole;
  • pragmatica: il bambino ha difficoltà a sostenere ad es. una conversazione o a raccontare un evento
  • morfo-sintattica: il bambino è in grado di pronunciare solo frasi grammaticalmente semplici (nome + verbo), non utilizza correttamente i verbi, le congiunzioni, gli aggettivi, …;
  • lessicale: il bambino possiede un vocabolario ristretto, ha difficoltà ad imparare parole nuove, e ad associare un oggetto al suo nome.

Per approfondire: Logopedia

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