Il pranzo e la ricreazione sono momenti ricchi di stimoli per i bambini, i quali hanno l’opportunità di socializzare al di fuori dei banchi e delle ore di lezione. Attenzione, però, all’educazione alimentare…
Che si tratti di cibo salutista o di spazzatura, il dibattito sull’alimentazione ha destato indubbiamente l’attenzione di molte persone nel nostro Paese.
I dati relativi all’obesità infantile hanno raggiunto valori preoccupanti. Nella fascia d’età compresa tra i 6 e i 10 anni la percentuale di bambini sovrappeso raggiunge il 24%, mentre i bambini diagnosticati come obesi sono il 12%.
Parallelamente a queste percentuali, è un dato di fatto che la ricerca, vera o presunta, verso il biologico, verso il “cibo sano”, sia aumentata notevolmente, soprattutto in ambito scolastico.
Genitori in disaccordo con le politiche alimentari scolastiche hanno espresso il loro dissenso in diverse città, da Nord a Sud.
La “schiscetta” a scuola
L’insoddisfazione degli adulti rispetto alla presunta qualità del pasto è arrivata fino al Ministero dell’Istruzione. Da marzo di quest’anno la “schiscetta” da casa è diventata, infatti, una realtà tutelata dal Miur.
Una battaglia iniziata legalmente in Piemonte e giunta ad un armistizio, sino agli esiti che ci saranno a seguito dei ricorsi in Cassazione. Attualmente, dunque, i genitori hanno il diritto riconosciuto di far evitare la mensa scolastica ai figli, garantendo comunque assistenza del personale scolastico qualora consumassero il loro pasto all’interno delle mura della scuola. Un sì che però è tutelato da diversi accorgimenti: innanzitutto non vi deve essere nessuno scambio di alimenti tra bambini e nessuna possibile contaminazione. Per poter applicare queste condizioni la scuola ha l’obbligo di comportarsi davanti ad un pranzo domestico come se si trattasse di un pasto speciale, con un possibile supporto del servizio di igiene dell’ Azienda Sanitaria di competenza.
Di fronte a questa scelta si aprono però due delicate tematiche che riguardano in primo piano i bambini: l’educazione alimentare e la socializzazione tra pari.
Educazione alimentare
Condivisibile o no, l’educazione alimentare è un percorso delicato che deve funzionare in sinergia con scuola e famiglia. Il momento del pasto, dunque, soprattutto per i bambini della scuola dell’infanzia, dovrebbe essere un momento di sperimentazione, in cui ci si confronta con cibi nuovi e diversi, insieme ai propri compagni di classe. Le stesse programmazioni scolastiche sono spesso dedicate all’importanza e alla conoscenza del cibo. Laddove non subentri quindi un problema di natura economica, ed escludendo casi estremi di cibo non idoneo, è importante che i bambini si abituino a mangiare di tutto un po’, piuttosto che portarsi il classico piatto conosciuto cucinato in famiglia.
Consumare cibo esterno alla scuola comporta, come si è accennato, anche un problema di natura sanitaria. In molte scuole, infatti, coloro che consumano il pasto casalingo dovrebbero pranzare in un altro ambiente all’esterno della mensa, per evitare eventuali contaminazioni tra cibo, in teoria, controllato e cibo esterno alla catena mensa/scuola.
Da qui ne consegue un secondo problema, legato alla socializzazione. Il pranzo e la ricreazione sono momenti ricchi di stimoli per i bambini, i quali hanno l’opportunità di conoscersi, chiacchierare, socializzare al di fuori dei banchi e delle ore di lezione.
La socializzazione
Soprattutto alla scuola primaria la vicinanza con i pari e l’accettazione sociale diventano essenziali ai fini di uno sviluppo sereno. Capiterà sempre più spesso che, crescendo, i bambini ricerchino maggiormente l’approvazione dei compagni piuttosto che quella dei genitori. Nel feedback fornito dagli amici risiede anche la conoscenza di sé, del proprio carattere, di come esso viene percepito dagli altri.
Se proviamo noi stessi a ricordarci episodi scolastici legati ai nostri compagni di scuola, probabilmente ci ricorderemo che la maggior parte di essi sono accaduti durante i momenti non strutturati della giornata, come ad esempio il momento del pasto.
Un punto d’incontro
Come poter dunque trovare un punto d’incontro che assecondi le esigenze di genitori e quelle della scuola?
• I genitori hanno il diritto di esigere cibo adeguato per i loro figli, ma ci deve essere un punto di incontro tra scuola e Comune di appartenenza. Nel corso degli ultimi tempi spesso le mense stanno dando sempre più spazio all’introduzione di cibo biologico, e questo sembra solo l’inizio di un radicale cambiamento.
• L’educazione alimentare dovrebbe essere materia scolastica a tutti gli effetti. Affiancare la teoria alla pratica, attraverso la coltivazione di un orto, potrebbe aiutare a sensibilizzare i bambini rispetto alla materia, a renderli più consapevoli di ciò che mangiano e ad esser meno selettivi. L’esperienza di un lavoro come questo in gruppo contribuirebbe sicuramente a rafforzare i legami tra i compagni e offrirebbe uno spunto di lavoro ottimale per diverse materie (scienze, italiano, matematica, ecc.)
Per quanto la battaglia all’ultimo pasto sembri infinita, sarà importante trovare un accordo che veda vincenti, come sempre, i diretti interessati, ovvero i bambini.