È notizia di pochi giorni fa la proposta dell’economista Tito Boeri, presidente dell’Inps, di prevedere 15 giorni di paternità obbligatoria. Non è solo una difesa del ruolo dei papà all’interno della famiglia, che pure ha grande importanza, ma l’intento è soprattutto quello di fare un primo passo concreto nella tutela nei confronti della donna sul posto di lavoro. Infatti sappiamo bene come nel nostro Paese le carriere di donne e madri siano fortemente penalizzate; le seconde, inoltre, sono ancora più svantaggiate rispetto alle colleghe senza figli. Basti pensare che, proprio secondo i dati dell’Inps, il tasso di occupazione del genere femminile passa dal 65 al 50% in caso la donna abbia un figlio, mentre scende addirittura al 30% nel caso in cui abbia più figli.
Inoltre le donne con figli percepiscono un salario inferiore del 15% rispetto alle colleghe che non sono madri.
Paternità obbligatoria: il punto di vista di Tito Boeri
Secondo Boeri l’introduzione di un congedo parentale per il padre, con tanto di sanzioni nel caso in cui non sia rispettato, può rappresentare una prima tutela nei confronti della donna. Le donne infatti, soprattutto se possibili future madri, sono considerate dai datori di lavoro un costo, e spesso sono penalizzate nella loro carriera se decidono di avere figli. È tristemente nota, infatti, l’abominevole pratica di chiedere, durante un colloquio di lavoro, se la candidata intende sposarsi e avere figli. E molte volte invece, per non rischiare di perdere il posto di lavoro, le donne sono costrette ad accettare condizioni lavorative inferiori rispetto a quello che spetterebbe loro.
Il punto di vista di Emma Bonino
Di parere opposto Emma Bonino, storico volto dei Radicali, che ritiene eccessiva l’obbligatorietà del congedo, perché ci si inserisce in dinamiche individuali e famigliari e si andrebbe a ledere la libertà personale. Boeri ha però replicato che, per smuovere le brutte consuetudini che da troppo tempo attanagliano il mondo del lavoro in Italia, è necessario un intervento forte, di impatto, per arrivare poi al momento in cui non si dovranno più utilizzare sanzioni per tutelare diritti basilari della donna e della famiglia.
Il nostro punto di vista
Secondo noi questa proposta può essere certamente utile sia per la tutela della donna lavoratrice, sia per la comprensione dell’importanza del ruolo di padre e compagno nei primi giorni di vita del proprio figlio e nei giorni più belli ma più critici per la madre. Certamente siamo ancora ben lontani dal pieno raggiungimento della parità di condizioni lavorative o della tutela dei bisogni di una famiglia, ma ci sembra un buon segnale per sperare che in futuro ci sia sempre più attenzione verso questi temi fondamentali. Sei d’accordo? Tu cosa ne pensi dell’introduzione della paternità obbligatoria?