Può capitare a tutti di avere pensieri irrazionali, intrusivi e sproporzionati rispetto alla realtà: quante volte vi capita di chiedervi, ad esempio, se avete chiuso la porta di casa o l’automobile?
Quando, però, pensieri di questo tipo diventano molti, frequenti e persistenti e, soprattutto, se sono percepiti come non desiderati ma imposti, vuol dire che siamo affetti da disturbo ossessivo compulsivo.
Cos’è il disturbo ossessivo compulsivo
Il disturbo ossessivo compulsivo, abbreviato come DOC, è un disturbo riconosciuto dal Manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali (DSM-IV-TR) come un disturbo d’ansia. In realtà, nel nuovo Manuale diagnostico (il DSM-5) è classificato come disturbo autonomo, caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Nell’80% dei casi circa, ossessioni e compulsioni coesistono, mentre solo nel 20% dei casi il soggetto ha solo ossessioni o solo compulsioni.
Colpisce, senza distinzione di sesso, sia i giovani che gli adulti, ma di solito la fascia d’età maggiormente interessata dal disturbo ossessivo compulsivo è quella tra i 15 e i 25 anni. Ne soffre circa il 2-3% della popolazione. In Italia si stima che le persone affette da questo disturbo siano circa 800.000.
È un disturbo che raramente si presenta episodicamente, mentre è piu facile che diventi cronico con comunque fasi altalenanti di miglioramento e peggioramento.
Caratteristiche
- Ossessioni: sono idee, pensieri, immagini o impulsi che insorgono improvvisamente nella mente di una persona. Sono percepiti come intrusivi, cioè non voluti e indipendenti dai pensieri che li precedono, fastidiosi e privi di senso, cioè esagerati e irrazionali. Le ossessioni sono ricorrenti e persistenti. Si differenziano dalle normali preoccupazioni (ad es. per un parente malato) perché sono paure irrazionali e non legate a problemi reali della vita quotidiana; un esempio di ossessione: «Potrei prendere l’Hiv se mi reggo ai sostegni sull’autobus». La persona con disturbo ossessivo compulsivo vive con sofferenza e disagio la presenza di questi pensieri, sia per la presenza costante di pensieri e immagini che sfuggono al loro controllo e non lasciano spazio ad altro, sia per il contenuto stesso delle ossessioni (paura di contagi, che accada qualcosa di brutto).
- Compulsioni: dette anche rutuali o cerimoniali, sono dei comportamenti (es. pulire) o azioni mentali (es. contare) ripetitivi che si mettono in atto in risposta alle ossessioni e ne rappresentano un tentativo di soluzione; di solito infatti danno un senso sollievo, seppur temporaneo, dal disagio causato dalle ossessioni.
Chi soffre del disturbo ossessivo compulsivo di solito nasconde le proprie preoccupazioni: percepisce i suoi comportamenti e pensieri come assurdi, infondati ed esagerati, e se ne vergogna. Una grande parte della sofferenza di chi soffre di questo disturbo dipende proprio dal fatto di rendersi conto dell’esagerazione o irrazionalità dei propri timori e dei propri comportamenti;
Cause
Purtroppo ad oggi non sono ancora chiare e univoche le cause di questo disturbo. Sembra però certo che, da un punto di vista psicologico, alcune caratteristiche individuali e alcune impostazioni educative possano contribuire fortemente alla genesi del disturbo.
Ad esempio l’essere inclini ai sensi di colpa e il sentirsi esageratamente responsabili per qualsiasi cosa possono essere fattori scatenanti ossessioni e compulsioni. Anche un’impostazione educativa molto severa, con regole ferree e punizioni sproporzionate, può formare soggetti dalla forte rigidità morale o dall’eccessiva timidezza, elementi solitamente comuni nelle persone che soffrono del disturbo compulsivo ossessivo si tratta.
Anche il forte stress è chiaramente un fattore che può aumentare non solo la frequenza dei pensieri intrusivi ma anche l’incapacità di ignorarli o comunque gestirli.
Cura
Ad oggi le possibili cure per il disturbo ossessivo compulsivo sono la terapia farmacologica e la terapia cognitivo-comportamentale.
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, gli studi ne dimostrano l’efficacia ma solo per il 60-70% delle persone e comunque non elimina completamente i sintomi. Perciò spesso si rende necessario affiancare anche un trattamento psicoterapeutico.
La terapia cognitivo-comportamentale appare infatti, secondo gli studi, superiore a qualsiasi altra forma di trattamento del disturbo ossessivo compulsivo se si considerano la riduzione dei sintomi, i minimi effetti collaterali, le minori possibilità di ricaduta. Mediamente guariscono dal disturbo circa il 50-85% dei pazienti.
Quando nessuna delle due cure porta a miglioramenti, si parla allora di disturbo ossessivo compulsivo resistente al trattamento. In questi casi è consigliabile un ricovero in una struttura specializzata. Alla pari è da preferire un ricovero quando, ad esempio, i sintomi sono così gravi da non permettere lo svolgimento delle normali azioni quotidiane, o quando la persona ha scatti aggressivi nei confronti di se stesso o degli altri.