Piccola guida per genitori che scoprono di avere figli ADHD

La diagnosi di ADHD si abbatte spesso come un vero e proprio fulmine a ciel sereno sulla vita di una famiglia, motivo per cui ho pensato a riassumere alcuni dei consigli che tendo a dare con maggior frequenza ai genitori che mi chiedono aiuto in merito e che, in molti casi, si trovano davanti alla diagnosi dopo un percorso complesso, durante il quale hanno magari messo in discussione le proprie capacità genitoriali.

1. Non mettersi in discussione

Per affrontare al meglio l’ADHD è necessario partire proprio da qui, dal non mettere mai in discussione il proprio impegno genitoriale e dal non provare senso di colpa davanti al disturbo. L’ADHD non ha infatti origine dall’ambiente familiare e per questo i genitori devono stare tranquilli ed evitare, una volta appurata la diagnosi, di lasciasi dominare da irrazionalità e senso di inadeguatezza.

2. Stabilire delle regole

Affrontare l’ADHD è possibile partendo da questo consiglio e cercando di stabilire delle regole definite riguardanti sia l’attività domestica, sia i compiti. Se al bambino vengono fornite delle istruzioni chiare fin dai primi periodi post diagnosi è possibile aiutarlo anche a destreggiarsi in ambienti esterni alla famiglia, in primo luogo quello della scuola.

Per fare in modo che le regole in questione vengano seguite è consigliabile fare un planning settimanale assieme, assicurarsi che il bimbo abbia capito quali sono i principali impegni, ed esporre il promemoria in un luogo dove trascorre molto tempo, per esempio la camera da letto.

3. Dare l’esempio

Anche l’esempio del genitore ricopre un ruolo fondamentale nel rapporto con il bambino ADHD che, se riceve indicazioni chiare e rimproveri non concitati, ha maggiori probabilità di comprendere l’importanza di un atteggiamento equilibrato nelle relazioni con gli altri.

Questo significa che i genitori non solo dovrebbero evitare di arrabbiarsi in maniera eccessiva e di perdere la calma con il bambino ADHD, ma anche fare in modo di non litigare tra loro davanti al figlio. Gli ultimi consigli da non dimenticare sono legati al mondo della scuola, cruciale affinché il bambino acquisisca quella fiducia in se stesso fondamentale per stare bene con gli altri.

4. Curare il rapporto con gli insegnanti

Dopo la diagnosi di ADHD è bene lavorare sulla qualità del rapporto con gli insegnanti, cercando di non omettere nulla di quanto detto dallo psicologo di fiducia e ricordando che la loro collaborazione, anche se non sono professionisti in campo psicologico e riabilitativo, è essenziale.

5. Non trascurare lo sport

Un altro suggerimento da non trascurare riguarda lo sport, che dovrebbe essere integrato nella vita del bambino ADHD facendo attenzione a scegliere discipline che aiutino la schematizzazione, come per esempio il nuoto, nel quale è essenziale imparare la sequenza dei movimenti per i singoli stili, e le arti marziali.


Dr.ssa Miolì Chiung

La Dottoressa Miolì Chiung Ching Wang nasce a Milano all’inizio dei ruggenti anni ‘80. Cresce sotto la Madonnina tra la passione per il mare, per i libri e per la cucina. Dopo la laurea in psicologia clinica conseguita nel 2006 presso l’Università Bicocca e l’iscrizione all’albo degli psicologi nel 2008, perfeziona il suo profilo professionale attraverso numerosi corsi e master, formandosi anche come psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e come esperta di Metodo Feuerstain. Nel 2009 fonda lo Studio Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura.

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