Dislessia: quale scuola superiore scegliere e come orientarsi nella scelta

La scelta della scuola superiore è un momento fondamentale per il futuro di figli con dislessia. Quale scuola superiore scegliere, dunque? Ecco come orientarsi.


La scelta della scuola superiore è un momento molto importante nella vita dei propri figli. Da questa scelta potrebbe dipendere il loro futuro, non solo lavorativo, ma anche evolutivo, formativo e sociale.

Quando la scelta riguarda un bambino con dislessia, quale scuola superiore scegliere diventa una decisione ancora più impegnativa del solito.

Per approfondire: Una didattica adatta a tutti i bambini

Una scuola su misura

Il primo consiglio che do ai genitori di bambini con dislessia che mi chiedono consigli su quale scuola superiore scegliere, quale sia la migliore, riguarda l’importanza di mettere da parte ansia e aspettative specifiche.

È importante che ogni bambino scelga una scuola su misura per sé, facendosi aiutare da genitori e insegnanti.

L’ansia preventiva rappresenta un leitmotiv del comportamento dei genitori di figli dislessici che frequentano la seconda o la terza media. Mettere le mani avanti pensando a problemi nel rendimento scolastico è inutile, considerando soprattutto che la normativa vigente prevede degli ausili specifici per i dislessici e i programmi di formazione per gli insegnanti comprendono anche l’approfondimento delle esigenze dei DSA.

Il MIUR, inoltre, ha rilasciato delle Linee guida per l’orientamento, che prevedono diverse azioni per aiutare gli studenti nella realizzazione di progetti formativi e/o professionali.

Per approfondire: Come ottenere una certificazione DSA per la scuola

Dislessia: quale scuola superiore scegliere?

Soprattutto nel caso di ragazzi con dislessia, quale scuola superiore scegliere è una decisione importante. Ecco qualche consiglio che mi sento di dare ai genitori e ai ragazzi.

• Bisogna, in primo luogo, tener presente che non esiste la scuola superiore perfetta in assoluto, ma esiste la scuola fatta su misura per tuo figlio/a.

• Anche in presenza di dislessia è importante che i ragazzi seguano le proprie inclinazioni, i propri interessi e le proprie abilità.

• Può essere molto utile consultare insieme al proprio figlio il portale online del Ministero che aiuta proprio ragazzi e genitori nell’orientamento.

È importante che la vicinanza della scuola a casa non sia un fattore preponderante nella scelta. Cos’è più importante per te, che tuo figlio vada a scuola vicino casa o che vada in una scuola adatta a lui? In più, doversi spostare lo aiuterà nell’autonomia.

• È bene sfruttare gli Open Day delle scuole. Si potrà prendere visione dei programmi proposti e parlare con un referente per i DSA

Autostima, socializzazione e dialogo

Il periodo in cui si sceglie quale scuola superiore frequentare è cruciale per la costruzione dell’identità futura del pre-adolescente, questo a prescindere dalla presenza della dislessia. Il disturbo dell’apprendimento in questione può però comportare dei cali di autostima, affrontabili rassicurando i propri figli e mettendo in primo piano i traguardi che hanno raggiunto nel corso del ciclo delle medie.

Per approfondire: Come preservare l’autostima di bambini con DSA

La qualità della vita sociale è basilare per il pre-adolescente con dislessia che frequenta gli ultimi anni delle medie. La scuola, anche durante gli anni delle elementari e delle medie, può causare un alto livello di stress e un accantonamento la vita sociale. Questo approccio è dannoso, in particolare per gli studenti dislessici delle medie, che hanno particolarmente bisogno di riconoscersi in un gruppo sociale specifico per evitare di sentirsi diversi a causa dei loro DSA.

L’ultimo consiglio che ritengo fondamentale per i genitori che hanno un figlio dislessico in procinto di scegliere la scuola superiore riguarda l’importanza di cercare un dialogo naturale. Informatevi ogni giorno fin dal primo anno delle medie su come procedono le cose a scuola, ma senza forzare in alcun modo le risposte. In questo modo riuscirete a prevenire l’ansia da prestazione, uno dei peggiori killer della serenità mentale tra i banchi.

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