Eustress: gli effetti positivi dello stress
Lo ricorda anche uno studio dell’Oms recentemente salito alla ribalta mondiale: gli studenti italiani, a causa dell’eccessiva pressione scolastica, sono tra i più stressati d’Europa. Ho già avuto modo di parlare degli effetti negativi dello stress a scuola, che può manifestarsi fin dai primi anni tra i banchi.
Come non fare cenno anche a quelli che sono gli effetti positivi (sì, ci sono)? Parlarne è importante perché quando si discute di stress si può chiamare in causa anche il cosiddetto eustress – espressione coniata dall’endocrinologo austriaco Han Selye, molto famoso per le sue ricerche sullo stress e l’adattamento – ossia una situazione che si presenta nel momento in cui ci si trova davanti a sfide importanti da affrontare e si tirano fuori tutte quelle risorse positive che permettono di destreggiarsi in una condizione di difficoltà o incertezza.
L’eustress – positivo sia nella vita lavorativa sia in ambito scolastico – è legato al modo in cui si percepiscono gli avvenimenti. Come mi capita spesso di parlare con genitori preoccupati per via dei figli che non studiano, allo stesso modo mi succede frequentemente di ascoltare adulti perplessi davanti ai figli anche molto giovani che si approcciano in maniera molto responsabile allo studio, scegliendo per esempio di rinunciare a un’uscita con gli amici o un’attività sportiva per raggiungere il miglior voto possibile.
Eustress scolastico
Questo è un caso di eustress scolastico, una situazione che, se tenuta sotto controllo, può essere solo positiva, dal momento che è un incentivo alla responsabilizzazione in età più adulta, quando al posto del voto scolastico ci sarà un obiettivo professionale. Quando mi si parla di casi come quello che ho appena ricordato tendo a rassicurare i genitori e a dare come principale consiglio quello di elogiare il proprio figlio senza però esagerare, dal momento che esiste il rischio che la situazione appena descritta si trasformi in ansia da prestazione.
Attenzione a non degenerare
Un altro suggerimento per fare in modo che l’eustress non degeneri in stress negativo consiste nel dialogare con i propri figli, spingendoli a parlare delle loro materie scolastiche preferite e invitandoli prima di tutto a viverle come delle passioni da portarsi dietro nel corso degli anni e non come delle ossessioni.
In casi come questi la qualità del dialogo familiare è fondamentale e può aiutare tantissimo il bambino o l’adolescente che vive l’esperienza dell’eustress a scuola, una condizione che, come già specificato, può essere solo positiva per il suo futuro.
Dr.ssa Miolì Chiung
Miolì Chiung, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Nel 2009 fonda lo Studio di Psicologia Salem, un progetto di ampio spessore incentrato sul benessere psicologico dell’individuo, dai processi di prevenzione fino a tutto quello che riguarda la cura. Ha approfondito i suoi studi con numerosi master e corsi. Applicatrice Metodo Feuerstein e ottima conoscitrice della testistica psicodiagnostica dell’età evolutiva e adulta. Ama i libri, la cucina ma la sua grande passione è il mare!