La discalculia evolutiva è un disturbo che interessa il 2.5% della popolazione scolastica del nostro paese. Si tratta di una difficoltà legata alla gestione, al riconoscimento e quindi all’apprendimento dei numeri, la quale viene intesa come uno dei disturbi dell’apprendimento. In caso di diagnosi di discalculia è importante attuare un confronto fra scuola, personale clinico e famiglia, dando vita ad una serie di interventi personalizzati e ad allenamenti nelle procedure che possono aiutare il bambino affetto dal disturbo a migliorare il suo approccio all’apprendimento.
La discalculia evolutiva: i sintomi
I bambini che sono interessati da discalculia hanno problemi con le tabelline, con i calcoli a memoria e anche con il conteggio all’indietro. Ciò che colpisce è però la difficoltà nella transcodifica dei segni, la quale interessa la maggior parte dei bambini che soffrono del disturbo. Solitamente, la discalculia è associata alla dislessia, in quanto è stimato che l’87% dei bambini dislessici soffre anche di questo disturbo dell’apprendimento. La diagnosi viene solitamente eseguita alla conclusione della terza classe primaria e deve trattarsi di un’analisi accurata, perché a seguito possano partire delle manovre correttive adeguate alla portata del disturbo.
Come si procede per individuare la presenza di discalculia nel bambino? E’ importante osservare il comportamento della cosiddetta ‘memoria di lavoro’ perché se si assiste a problematiche in questo verso, è molto probabile che sussistano dei problemi o anche dei danni cognitivi. I tempi e le procedure vanno quindi rispettati in modo preciso, individuando secondo i protocolli i tempi di sospetto del disturbo ma anche gli strumenti adeguati per individuarlo. Risulta in particolare modo utile individuare il le problematiche che interessano l’approccio ai numeri, il calcolo e la cognizione numerica.
La discalculia evolutiva: cosa fare
Una volta individuata la discalculia, è importante procedere con un lavoro sinergico fra personale clinico, insegnati e famiglia e quindi adottare i protocolli per la transcodifica, il calcolo a mente e tutti gli altri aspetti che interessano la gestione dei numeri in questo momento, delicato ma fondamentale per la guarigione dei bambini. In questa fase vanno quindi scelti i migliori materiali e i più efficaci strumenti di supporto, nonché le tecnologie e gli ausili utili per l’individuazione dei concetti e della didattica.
In questa fase risulta utile attuare una riduzione dei compiti a favore di verifiche che possano individuare le difficoltà e quindi agire alla fonte del problema. Un’attitudine opposta risulterebbe infatti controproducente per i bambini affetti da discalculia, sia dal punto di vista dell’apprendimento da quello sociale e relativo all’interazione con i compagni.
L’ansia matematica è infatti un aspetto che merita di essere considerato, e che va evitato riducendo l’accanimento didattico. Il docente deve infatti considerare quali sono gli aspetti fondamentali della matematica e quindi introdurli secondo i protocolli specifici per creare il curriculum scolastico del bambino affetto da discalculia in modo attento e costantemente controllato.